La cultura, la scuola, la ricerca nei programmi dei partiti italiani: alcuni appunti #elezioni2018

Leggiamo i programmi dei principali partiti politici (disposti rigorosamente in ordine alfabetico) e vediamo quante volte e in quali contesti compare la parola-chiave “cultura” (con i derivati, come l’aggettivo “culturale”), insieme alla triade: “scuola-università-ricerca“. N.B.: sono semplicemente i miei appunti; vi invito ad integrare questa mia rapida analisi andando a vedere i programmi integrali dei partiti, che trovate nei link segnalati qui sotto. EDIT: in calce sto aggiungendo i partiti minoritari che mi sono stati segnalati.

Forza Italia

Non ho trovato il programma di Forza Italia… a meno che non si tratti di questa pagina web molto sintetica, nella quale però le nostre parole chiave non appaiono mai: http://www.forzaitalia.it/notizie/11764/-pronto-il-cantiere-delle-idee-e-del-programma

Se voi avete trovato il link al programma completo, scrivetelo nei commenti!

—- —- —- —-

Fratelli d’Italia

Il programma è sintetico, in 15 punti, e lo potete leggere integralmente qui: https://www.flipsnack.com/fratelliditalia/programma-in-sintesi.html

Il formato non mi permette la ricerca di parole-chiave. Ciononostante, posso dirvi che la cultura e i beni culturali si trovano al punto 10 e la scuola e l’università (non ho trovato, a una prima lettura, la ricerca, ma controllate anche voi) al punto 12.

Vi metto qui i punti corrispondenti:

Meloni 1Meloni 2

—- —- —-

Lega

Lemma cultura (considerato solo quando ha l’accezione da noi considerata, e non significati particolari come nell’espressione “centro di cultura islamica”): 41 volte; scuola: 31; università: 21; ricerca: 19. (N.B.: ho svolto il conteggio manualmente, dato il formato del file, dunque possono esserci errori)

Ecco alcuni stralci:

“CICLO UNICO PER SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE La suddivisione tra scuole elementari e medie è superata e viene introdotta un’unica sessione scolastica.” “Dopo aver studiato alle elementari, alle medie e in un Istituto Superiore, qualunque giovane deve già essere in grado di operare correttamente all’interno di una professione. Lo studio universitario può così riprendere il suo ruolo di percorso addizionale dedicato a chi vuole entrare nel mondo della ricerca oppure svolgere mansioni che richiedono un elevato grado di professionalità quali il medico, l’ingegnere, l’avvocato ecc.” (p. 48)

“Le basse valutazioni ottenute dalle università italiane nei ranking internazionali non riguardano comunque la produzione scientifica, che in rapporto al numero dei ricercatori è superiore alla Germania, ma il numero dei ricercatori e dei professori così come una scarsa internazionalizzazione rispetto alla gran parte delle università dei Paesi più avanzati. Siamo in fondo alla classifica dei Paesi Ocse per numero di professori universitari e ricercatori in rapporto agli studenti. Abbiamo quindi bisogno di accrescere in modo significativo il numero dei ricercatori e dei professori, non solo consentendo che per ogni professore e ricercatore che va in pensione l’università recuperi integralmente ed effettivamente le risorse corrispondenti, ma anche aumentando decisamente la dotazione organica complessiva. In molte università, infatti, non si acquistano più nemmeno strumentazioni di laboratorio, libri e riviste scientifiche. Va poi rivista la figura del ricercatore a contratto che rischia di generare precarietà. A sette anni dalla riforma del 2010 è ora di aggiornare le parti che hanno evidenziato criticità, prevedendo in particolare una figura di ricercatore senza limiti di proroghe, soggetto a periodiche valutazioni.” (p. 50)

“L’Italia è una nazione a vocazione turistica grazie al patrimonio storico, culturale, paesaggistico e naturale e ad eccellenze quali, ad esempio, l’enogastronomia, la moda, il design, unici al mondo.” (p. 61).

“Si propone di far recuperare l’IVA (deduzione o detrazione) agli italiani che acquistano una vacanza in Italia tramite un’Agenzia di Viaggi italiana. Questo permetterebbe di trattenere tutta la fiscalità in Italia, consentendo alle aziende italiane coinvolte […] di sostenere l’occupazione in Italia, garantire una qualità elevata, valorizzando nel modo corretto il servizio turistico e quindi il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale italiano, che altrimenti risulterebbe “svenduto” all’estero” (p. 62).

Programma integrale qui: http://www.leganord.org/programma-politiche

—- —- —-

Liberi e Uguali

Liberi e Uguali propone un programma generale sintetico e una serie di approfondimenti programmatici sui vari temi.

Occorrenze lemmi -> cultura: 15 volte; scuola: 14; università: 9; ricerca: 12.

Stralci:

“Una scuola che funzioni davvero, dove gli insegnanti siano persone fiere del loro lavoro e restituiscano ai nostri figli il meglio di loro stessi. Una scuola povera, senza mezzi, con insegnanti mortificati costruisce – al di là del valore dei singoli – una società frantumata e rancorosa in cui la lotta tra poveri inizia tra i banchi di scuola perchè non tutti possono permettersi di pagare le attività sportive, culturali, ricreative, la mensa, i materiali didattici. E’ necessario riconoscere la dignità e il valore della funzione degli insegnanti, stabilizzando i precari attraverso un piano pluriennale, dando risposte a chi (vittima di un algoritmo impazzito) ha subito una mobilità inutile e dannosa, adeguando gli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei.

[…]

Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito al continuo sotto-finanziamento del sistema universitario e della ricerca pubblica, accompagnato dal crollo delle immatricolazioni: l’Università diventa sempre di più un club per pochi. Contestualmente, gli enti pubblici di ricerca hanno subito una razionalizzazione selvaggia, un’esplosione del precariato in spregio all’utilità strategica di molti istituti.”

“È irrinunciabile un investimento sul diritto allo studio e sulla progressiva gratuità dell’accesso a partire dall’abolizione delle tasse universitarie, sull’effettivo sostegno con borse di studio e residenze per gli aventi diritto, sulla qualità dell’insegnamento, sulla valorizzazione di professori e ricercatori, sulla stabilizzazione dei precari dell’Università e del sistema pubblico di ricerca, sulla valutazione seria della ricerca definendo nuovi criteri e finalità della valutazione dei singoli e delle istituzioni. Strumenti strutturali per la ricostruzione di un sistema universitario e della ricerca pubblica all’avanguardia e diffuso lungo tutta la penisola.”

“Occorre avviare un processo serio per il riconoscimento delle professioni culturali e interventi per garantire la qualità e stabilità del lavoro. Troppe sacche di precariato e di sfruttamento. Va regolamento anche il volontariato culturale che non deve essere sostitutivo del lavoro. Lo stesso va detto anche dell’uso del servizio civile con fondi statali, che a volte rischia di apparire sostitutivo rispetto a vuoti in organico.”

Programma integrale: http://liberieuguali.it/programma/

Approfondimento programmatico sulla scuola: http://liberieuguali.it/approfondimento-programmatico-sulla-scuola/

Approfondimento programmatico su Università, Ricerca e AFAM: http://liberieuguali.it/approfondimento-programmatico-universita-ricerca-afam/

Approfondimento programmatico beni culturali: http://liberieuguali.it/approfondimento-programmatico-beni-culturali/

—- —- —- —-

Movimento Cinque Stelle

Il movimento Cinque Stelle ha diviso il programma in più sottoprogrammi, tra i quali troviamo: Scuola; Università e Ricerca; Beni Culturali. L’idea della suddivisione ci sembra buona, e in questo caso non sembra utile procedere a un conteggio delle occorrenze (che possono dare un’idea dell’importanza di un certo tema solo se il programma è tutto contenuto all’interno di un unico documento).

Dal sottoprogramma Scuola: “Il Movimento 5 Stelle si propone di riportare la scuola statale italiana al centro del sistema Paese, consentendole di tornare a essere un’eccellenza a livello internazionale,
anche mediante un incremento della spesa pubblica per l’istruzione, elevata agli standard europei. Riteniamo, infatti, indispensabile fermare la politica dei tagli lineari, assicurando maggiori risorse all’istruzione scolastica fino al raggiungimento della media europea” (p. 2).

“La formazione iniziale e il reclutamento dei docenti
Il sistema di reclutamento dei docenti rappresenta senz’altro uno degli aspetti più critici e complessi dell’attuale modello scolastico. La scuola italiana, infatti, da tempo paga lo scotto dell’attuazione di politiche che hanno condotto ad un continuo sfruttamento del personale. Fin dal 2014, abbiamo proposto di mettere a punto un piano di assunzioni pluriennale di tutto il personale precario avente diritto, basato sull’effettivo fabbisogno delle scuole.
Riteniamo dunque essenziale:
● abrogare la chiamata diretta ed eliminare gli ambiti introdotti dalla Legge n.107 del
2015, c.d. “Buona Scuola”;
● monitorare il percorso di formazione iniziale, tirocinio e inserimento nella funzione
docente (FIT), per un’eventuale riduzione da tre a due anni (uno formativo e uno
dedicato all’esperienza sul campo) ed eventuali revisioni dei requisiti di accesso;
● censire i precari ancora presenti nelle varie graduatorie, soprattutto nelle classi di
concorso in esubero (diritto, storia dell’arte, musica…), ai fini di attuare un
programma di assunzione il più possibile rispondente al fabbisogno delle scuole;
● incentrare la formazione iniziale dei docenti sugli aspetti didattici e metodologici della
professione, sull’utilizzo delle nuove tecnologie e sulle importanti sfide a cui saranno
chiamati i cittadini di domani e per cui saranno fondamentali l’educazione civica,
ambientale, alimentare e l’educazione alle emozioni, all’affettività, alla parità di
genere e alla sessualità consapevole. […]” (p. 3).

Documento integrale: https://www.movimento5stelle.it/programma/wp-content/uploads/2018/02/Scuola.pdf

Dal sottoprogramma Università e Ricerca: “Le Università devono rappresentare i centri dello sviluppo culturale ed economico dei nostri territori, invertendo da subito il trend negativo che i nuovi sistemi di finanziamento hanno determinato, con il progressivo sbilanciamento qualitativo degli atenei e, di conseguenza, delle
nostre Regioni. La ricerca dell’eccellenza non può essere perseguita solo in termini competitivi, attraverso un’assurda gara per ottenere ciò che lo Stato dovrebbe invece assicurare a tutti gli atenei: un finanziamento adeguato al loro funzionamento​.” (p. 2)

“[…] è necessario, prima di tutto, avere una classe docente competente, motivata e all’altezza delle aspettative, e che trasmetta il proprio sapere alle nuove generazioni​. Sarà necessario introdurre un sistema che garantisca un adeguato ricambio dei professori, riducendo al minimo fisiologico le condizioni di precariato,
che sia meritocratico, che non disperda il proprio know-how e, infine, che sia eticamente
ineccepibile” (p. 4).

Documento integrale: https://www.movimento5stelle.it/programma/wp-content/uploads/2018/02/Universita-e-Ricerca.pdf

Dal sottoprogramma Beni Culturali: “Come più volte ribadito, l’Italia è uno dei Paesi europei che spende meno in Cultura nonostante le opportunità di crescita legate al settore siano elevate. Il quadro desolante degli investimenti italiani nella Cultura è stato confermato nella relazione annuale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, alle dipendenze dirette della Presidenza del Consiglio. Dal suddetto rapporto emerge purtroppo che: “Quello in cultura rimane il più grande disinvestimento settoriale che si sia avuto in Italia negli anni 2000, certamente
influenzato dalle politiche di contrazione della spesa pubblica, che tuttavia nella Cultura
hanno pesato più che in tutti gli altri comparti”.
[…]
Il Movimento 5 Stelle ha sempre espresso la necessità di effettuare investimenti
nell’intero settore dei beni culturali​, con strategie di medio e lungo periodo affinché
l’incidenza percentuale delle risorse per il comparto relativo al Ministero per i beni e le attività
culturali e del turismo, sul totale generale del bilancio dello Stato, possa varcare la soglia
almeno dell’1 percentuale rispetto al PIL.” (p. 3)

“Archivi e Biblioteche    Questo importante settore dei Beni Culturali lamenta una ormai inaccettabile carenza cronica di risorse umane e di finanziamenti mirati alla tutela.
I dati disponibili per il 2016 ci ricordano che per quanto riguarda le biblioteche, a seguito
dell’emanazione del bando del MIBACT “500 Funzionari per la Cultura”, solo 25 posti sono stati assegnati a funzionari bibliotecari e che il Comitato Archivi e Biblioteche si è dimesso per protesta, poiché ne sarebbero serviti almeno 37.
A questo dato occorre aggiungere che, tra il 2016 e il 2021, circa il 60% dei bibliotecari
attualmente in organico lascerà il servizio.
Passando al fronte Archivi di Stato la situazione è la stessa se non più critica: a gestire
l’enorme memoria pubblica sono 621 dirigenti archivisti del MIBACT. Il 94,6 per cento di loro ha più di cinquant’anni. Il 66,3 per cento supera i sessanta.
Infine non bisogna dimenticare che al sistema degli Archivi e delle Biblioteche viene sottratta gran parte delle posizioni dirigenziali di settore, un’operazione che provoca un taglio nei
settori della tutela di gran lunga superiore ai tagli operati dalle varie manovre che ne hanno compresso la dimensione sino ad oggi.
Crediamo, quindi, sia indispensabile una ricognizione e valutazione del reale
fabbisogno di risorse umane per raggiungere livelli adeguati di gestione e tutela negli
Archivi e nelle Biblioteche”. (p. 9).

Documento integrale: https://www.movimento5stelle.it/programma/wp-content/uploads/2018/02/Beni-culturali.pdf

—— ——- ——-

Partito Democratico

La parola cultura compare 67 volte; scuola: 38; università: 29; ricerca: 35 (abbiamo eliminato le occorrenze della parola “ricerca” utilizzata con significato diverso da quello che ci interessa).

Prima occorrenza nella seguente frase: “Di battere ogni record nella lotta all’evasione fiscale, di raddoppiare gli investimenti in cultura, di aumentare le risorse per la scuola e
l’università, di investire sulla sicurezza del suolo e degli alimenti, di rendere più dure le pene per corruzione, falso in bilancio, caporalato e reati ambientali” (p. 2).

Più oltre: “Cultura vuol dire scuola, università, ricerca di base, vuol dire tornare
a prendersi cura del futuro investendo di più su queste dimensioni” (p. 3).

Riportiamo altri passi qui di seguito:

“Creeremo un’anagrafe dei ricercatori italiani all’estero con aree di competenza, titoli, riconoscimenti e pubblicazioni, in modo da favorire la mobilità e la creazione di nuove collaborazioni, facilitando il contatto tra i ricercatori italiani emigrati e il sistema italiano. Amplieremo il riconoscimento ufficiale di titoli, lauree, master, dottorati, specializzazioni post-laurea, abilitazioni e specializzazioni mediche per facilitare non solo il rientro in patria e la collocazione lavorativa di chi li ha ottenuti, ma anche la mobilità all’interno dell’Unione Europea e dell’Associazione europea di libero scambio, aree all’interno delle quali sono riconosciuti non solo i titoli di studio europei, ma
anche quelli esteri già riconosciuti da uno stato membro.” (p. 27)

“Riconosciamo all’università e alla ricerca una responsabilità sociale e politica fondamentale per il Paese: la formazione delle conoscenze e delle competenze e la generazione di futuro. Tale azione generativa si attua attraverso l’inscindibilità della formazione e della ricerca. In questa legislatura, grazie all’iniziativa del Partito Democratico, le risorse per università e ricerca sono tornate ad aumentare,
dopo la stagione dei tagli del centrodestra. Abbiamo varato misure importanti, un progetto strategico da irrobustire e completare: diritto allo studio, reclutamento
di nuovi ricercatori, investimenti per enti di ricerca e dipartimenti universitari più innovativi, valorizzazione dei dottorati, recupero e incremento degli scatti stipendiali di professori e ricercatori, e molto altro ancora.” (p. 38).

Programma integrale: http://ftp.partitodemocratico.it/programma2018/PD2018-programmaA4_5feb.pdf

Spero che questo excursus vi abbia aiutato un pochino, almeno a trovare i programmi e i sottoprogrammi relativi a scuola, università, cultura e ricerca nel web. Fatemi sapere le vostre opinioni; le integrazioni ai miei appunti sono benvenute! È un work in progress. Trovo che questo lavoro di lettura, riflessione e confronto sui programmi politici prima delle elezioni sia un attività che tutti, come cittadini, dovremmo effettuare.

—- —- —- —-

PARTITI MINORITARI

Potere al popolo

Cultura: 18; scuola: 9; università: 7; ricerca: 6.

Alcuni passaggi:

“Con gli ultimi governi l’investimento in cultura è sceso alle 0,7% del Pil; si sono emanate leggi che hanno ridotto la cultura a merce; si è proseguito con la politica degli “eventi”, degli “una tantum” e dei “bonus”. Si è riportato il servizio pubblico radiotelevisivo sotto il diretto controllo del governo; si sono eliminati i finanziamenti pubblici all’informazione indipendente, cooperativa, culturale e scientifica. Per noi la cultura e l’informazione sono un bene pubblico, patrimonio di tutti, non privatizzabile e non mercificabile. Sono diritti fondamentali e inalienabili. Solo l’intervento pubblico può garantire un reale pluralismo e una reale indipendenza della produzione e dell’offerta di cultura e di informazione dalle logiche di mercato. Anche su questo si misura oggi la disuguaglianza: non solo tra chi ha e chi non ha, ma anche tra chi sa e chi non sa.”

“La scuola, l’università e la ricerca sono state massacrate dalla mannaia neoliberista. Taglio dei fondi e attacchi alla libertà d’insegnamento e ricerca, precarizzazione del lavoro e blocco dei salari sono la norma da decenni a questa parte. Noi crediamo che la formazione sia un pilastro della democrazia, e quindi vogliamo una scuola pubblica di qualità, finalizzata all’acquisizione di un sapere critico e non di semplici competenze funzionali alle logiche mercatiste, gratuita fino ai più alti gradi, laica e aperta davvero a tutte e tutti; vogliamo un’Università pubblica, gratuita, con un reale dritto allo studio per chi non ha i mezzi, e vogliamo che la ricerca nel nostro paese sia libera da interessi e pressioni economiche e possa svilupparsi in autonomia, vivendo dei soli finanziamenti pubblici e mettendosi al servizio della collettività”.

Link al programma completo: https://poterealpopolo.org/potere-al-popolo/programma/

—- —- —-

+Europa

Il programma di + Europa prevede una sezione +Sapere con le tre sottocategorie:

  1. Ricerca: “Vogliamo difendere e promuovere il “diritto alla scienza” e la massima diffusione del metodo scientifico, sia come valore culturale che come principio che informa il processo legislativo. I finanziamenti alla ricerca, da incrementare, devono essere accompagnati da regole che proteggano e promuovano la libertà di ricerca scientifica”.
  2. Scuola e università: “Non può esservi una scuola didatticamente efficace senza una effettiva responsabilizzazione di chi vi opera. La riforma del 2015 va nella direzione giusta, ma è necessario monitorarne l’efficacia e intervenire sulle criticità: criteri di valutazione (da estendere anche ai dirigenti scolastici), efficacia dei meccanismi premianti, soddisfazione degli utenti. Ogni scuola deve ricevere obiettivi formativi e essere valutata sulla base del progresso verso questi obiettivi. L’alternanza scuola-lavoro va rafforzata e resa stabile con un sistema di valutazione che innalzi la qualità dei percorsi, tutor territoriali che aiutino le scuole a incontrare le imprese e nuovi investimenti su laboratori aperti nel territorio”. “Agli atenei deve essere garantita l’autonomia sufficiente per costruire un’offerta formativa adeguata, anche per quanto riguarda l’assunzione e la retribuzione dei docenti e dei ricercatori. Anche l’abolizione del valore legale del titolo di studio sarebbe funzionale a generare una competizione virtuosa tra atenei sulla base dell’effettiva qualità dell’offerta formativa e non di un pezzo di carta uguale per tutti”. “Vogliamo ampliare il programma Erasmus e trasformarlo in un grande programma di formazione e mobilità europea”.
  3. Cultura: “Servono strumenti capaci di trasformare le imprese culturali italiane e gli artisti da “specie protetta” in nuovi protagonisti della società. Un capitolo centrale a questo proposito riguarda gli appalti pubblici per l’edilizia o le infrastrutture, che già oggi prevedono economie per abbellimenti e opere d’arte, per i quali devono essere messe a disposizione risorse capaci di attivare processi di innovazione sociale e culturale e di creazione di bellezza, così come sperimentazioni legate all’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli operatori culturali. Dobbiamo investire sulla formazione a 360° (soft skill, contaminazione con altri settori e le altre culture) degli addetti all’industria culturale e creativa. È fondamentale accrescere le opportunità di espressione creativa nella scuola, aumentando la consapevolezza nei cittadini, a partire dai più giovani, sul ruolo sostanziale che la cultura ha per ciascuno di noi e per tutto il Paese. Infine, in aggiunta alle attuali agevolazioni (“Art Bonus”) l’Italia non ha ancora una legge che semplifichi e agevoli il mecenatismo culturale, per far sì che per gli italiani diventi motivo di orgoglio investire in cultura“.

Programma completo: https://piueuropa.eu/programma/

Lascia un commento